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Come ci si stesse avvicinando quasi ad una finale, nonostante si sia appena concluso il 17° turno di Serie A la tensione per la gara inaugurale della giornata successiva inizia a farsi sentire. Anzi, ha cominciato ad alimentarsi già nel corso del weekend da poco terminato, dal momento in cui entrambe le compagini hanno messo in cascina l’ennesimo successo della loro stagione e hanno visto poi, nella serata del posticipo domenicale, il Milan frenare in maniera clamorosa in casa sotto i colpi della Roma, che rimonta nelle battute finali sigillando il risultato sul 2-2. Non sarà una sfida come le altre, quindi, quella che andrà in scena il prossimo venerdì 13 gennaio presso lo stadio Maradona: Napoli contro Juventus si prospetta come lo scontro diretto per eccellenza, una vera e propria battaglia in campo, in cui entrambe le squadre daranno il massimo per ottenere ciò che desiderano. Seppure entrambi gli allenatori sottolineino come non sia uno scontro decisivo, che la stagione sia ancora lunga, è evidente che un’eventuale vittoria dei partenopei, già lanciatissimi verso lo Scudetto, li farebbe balzare nuovamente a +10 sulle concorrenti, ridimensionando così gli obiettivi dei bianconeri e probabilmente ponendo fine alle speranze di gloria.

A prescindere da quale sarà l’esito finale della sfida, l’unico dettaglio certo è che la qualità in campo non mancherà affatto, da nessuna delle due parti: il Napoli, nonostante la batosta di San Siro contro l’Inter, peraltro fin qui unica sconfitta stagionale, appare come un rullo compressore capace di piegare chiunque con un gioco sfavillante e un’alchimia invidiabile. Dall’altra parte, invece, la Juventus di Allegri ha fatto della fase difensiva la propria forza trainante, gestendo al meglio le scorribande avversarie e pungendo nei momenti decisivi, quel tanto che basta per portare a casa il risultato: a confermare ciò non sono soltanto gli otto clean sheet consecutivi (corrisposti ad altrettante vittorie), ma il fatto che ben cinque di questi successi siano arrivati con il risultato di 1-0. Quello intrapreso dalla Vecchia Signora è un percorso fatto di cinismo e concretezza, forgiato ad immagine e somiglianza del proprio tecnico, che ha sempre preferito badare al sodo senza pretendere applausi pur di raggiungere gli obiettivi. Anche i ragazzi di Spalletti, tuttavia, hanno mostrato un’attenzione minuziosa alla fase arretrata, subendo appena 13 reti, sei in più dei bianconeri (7): la sfida da brividi in arrivo al Maradona sarà dunque un’occasione per porre a confronto i vari difensori delle due compagini, a partire da Kim e Bremer.
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Napoli-Juventus, le difese a confronto
Kim contro Bremer

Il primo parallelismo che appare evidente tra i difensori delle due compagni è senza dubbio quello tra Kim Min-jae e Gleison Bremer. Entrambi, infatti, non solo rappresentano ad oggi forse il perno più fondamentale dell’intero reparto, ma sono simili anche perché acquistati dalle rispettive squadre proprio nella scorsa sessione estiva di calciomercato, con il chiaro intento di sopperire a partenze eccellenti e porli al centro del progetto. Partiamo dal difensore del Napoli: arrivato tra le fila azzurre dopo il doloroso addio di capitan Koulibaly, il quale si trasferisce al Chelsea, porta con sé un’ampia ventata di scetticismo nei confronti della decisione della dirigenza di aver puntato su di lui, un giocatore ai più sconosciuto, militante fin lì nel Fenerbahce. E invece, il lavoro lungimirante attuato dal ds Giuntoli, allo stesso modo di quanto avvenuto con l’operazione Kvaratskhelia, si riflette sul calciatore sudcoreano: Spalletti ci mette pochissimo a conoscerlo e a comprendere che abbia di fronte a sé un interprete di altissimo livello. Lo lancia così da titolare fin da subito, di fatto non rinunciando quasi mai a lui, né in campionato né in Champions League, altro palcoscenico in cui si espone con qualità. Inoltre, allo stesso modo del centrale della Juventus, si dimostra un protagonista non solo nel suo ruolo, ma una pedina capace anche di coltivare il vizietto del gol, con due reti messe a segno fin qui svettando dai calci piazzati. Nella sfida dello scorso weekend, tra i partenopei si è temuto per le sue condizioni in vista del big match: uscito dal campo al 45′ della trasferta contro la Sampdoria, sembrava ci fosse dietro la scelta un problema fisico, invece è emerso che fosse una semplice sostituzione a scopo precauzionale proprio per averlo al top. Di conseguenza, non mancherà affatto di fronte ai bianconeri.
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Dall’altra parte, ecco l’altro centrale, ecco Gleison Bremer: allo stesso modo del collega, anche lui non ha preso parte, più per precauzione che altro, alla gara casalinga della Juventus contro l’Udinese, vinta per 1-0. Il muro bianconero aveva accusato un lieve affaticamento nei giorni precedenti alla sfida con i friulani, ma a far temere maggiormente per la sua presenza al Maradona era il fatto che fosse in diffida, dunque con un’ammonizione avrebbe dovuto saltare l’impegno. E in questo momento, viste le qualità di cui gode, nessuno vuole fare a meno di lui, neppure Allegri, ovviamente, il quale, insieme alla dirigenza, lo ha individuato durante lo scorso calciomercato estivo come il sostituto ideale del partente de Ligt, ceduto al Bayern Monaco per ben 67 milioni di euro. Una parte di quel tesoretto è stata così investita per il verdeoro, che da poco era stato premiato come miglior difensore della Serie A della passata stagione, in cui vestiva la maglia del Torino e si era già dimostrato una roccia insormontabile. Si conferma tale anche in bianconero, occupando fin da subito un posto da titolare e trovando anche una rete, nella rocambolesca partita contro la Salernitana. Inoltre, come nel caso di Kim con la Corea del Sud, tra novembre e dicembre fa parte della spedizione del suo Brasile nel Mondiale in Qatar: a differenza del napoletano, non racimola molto minutaggio, essendo relegato al semplice ruolo di riserva, ma ha modo di accumulare parecchia esperienza e di crescere sotto l’ala di Thiago Silva e compagni. Basterà per fermare Osimhen?
Di Lorenzo contro Danilo: capitani coraggiosi

Sebbene i moduli delle due squadre si presentino in maniera diametralmente opposta, sarebbe errato non porre a confronto i due capitani coraggiosi che scenderanno in campo fieramente con la fascia al braccio: Giovanni Di Lorenzo da una parte, Danilo dall’altra. Il numero 22 azzurro, stacanovista assoluto con la maglia del club e anche con la Nazionale italiana, di ruolo fa il terzino destro nella linea quattro di Spalletti e si pone costantemente come un’assoluta certezza: è un titolare inamovibile, capace di partecipare sia alla fase difensiva che a quella offensiva, in quanto non si dimostra abile solamente nel frenare le avanzate avversarie con coperture da campione, ma si rivela spesso pungente anche nelle ripartenze, con le sue sovrapposizioni e i suoi inserimenti in zona d’attacco che gli sono valsi fin qui due assist. Non ha ancora centrato il bersaglio grosso nel corso del campionato (lo ha fatto in Champions League lo scorso 4 ottobre, in occasione della goleada rifilata all’Ajax), ma sicuramente proverà a rendersi pericoloso insieme ai compagni al cospetto di quella Juventus alla quale riuscì già a segnare una rete nel rocambolesco 4-3 per i bianconeri della stagione 2019/2020.

Tra le fila bianconere, invece, nel ruolo di leader inamovibile troviamo senza ombra di dubbio capitan Danilo. Con la fascia al braccio in assenza di Bonucci, ma in generale ritenuto tale a prescindere dall’onorificenza ufficiale: il brasiliano è uno dei calciatori più apprezzati in assoluto dal popolo bianconero, uno di quelli che, grazie al proprio apporto, è riuscito a cucirsi addosso i colori della Juventus per sempre. Allo stesso modo di Di Lorenzo per il Napoli, nella Vecchia Signora c’è sempre spazio per lui, un elemento fondamentale in campo, disposto a dirottare il proprio raggio d’azione spesso su ruoli differenti pur di fornire il proprio contributo alla causa, mostrando duttilità e attaccamento totale alla maglia. Ultimamente, anche considerando (finalmente) l’assenza di infortuni eccellenti nel reparto arretrato e in mediana, sta occupando stabilmente il ruolo di centrale di difesa, disponendosi sul fianco destro o su quello sinistro, a seconda delle necessità. A lui non sono affidati solamente compiti legati al proprio ruolo: ha anche il dovere di salire in cattedra in fase offensiva, riuscendoci alla perfezione: mette a referto fin qui due assist, poi trova la gioia personale proprio nella scorsa giornata contro l’Udinese, in cui si inserisce in area di rigore quasi come fosse un attaccante, concretizzando l’invito perfetto di Federico Chiesa. Con un profilo del suo calibro, Madama si ritrova costantemente al proprio servizio un uomo capace di rivelarsi un autentico vantaggio di fronte a qualsiasi avversaria.
Napoli e Juventus, moduli a confronto: i muri reggono

In questo confronto tra i due reparti arretrati, bisogna comunque sottolineare come Spalletti e Allegri dispongano il proprio undici titolare con moduli decisamente differenti: il primo opta per una linea difensiva a quattro, il secondo ha trovato la quadra con un pacchetto a tre. Il risultato, fin qui, è quasi identico: il Napoli ha subito 13 reti, ma su questo punto di vista la Juventus ha fatto meglio, raccogliendo in campionato appena 7 palloni in 17 gare disputate, numeri davvero strabilianti. In ogni caso, i muri reggono eccome per entrambe le compagini: il merito, ovviamente, va anche ai due portieri, Meret da una parte e Szczesny dall’altra, capaci di ergersi ad assolute garanzie. Entrambi gli estremi difensori si dimostrano tra l’altro abili ad ipnotizzare gli avversari dagli undici metri: il primo ipnotizza Colombo del Lecce nel quarto turno di questa Serie A, il secondo si rende protagonista al Mondiale in Qatar con la maglia della sua Polonia, neutralizzando ben due calci di rigore durante la fase a gironi, il primo ad Al-Dawsari dell’Arabia Saudita, il secondo a Sua Maestà Leo Messi. Due grandi interpreti, dunque, si troveranno adesso l’uno di fronte all’altro al Maradona.
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Con ruoli differenti tra loro, impegnati nella fase difensiva ci saranno anche Mario Rui (o Olivera) e uno tra Juan Jesus e Rrhamani tra le fila dei partenopei, sfida a due invece tra Gatti e Alex Sandro nel ruolo di terzo centrale per la Vecchia Signora. Grande assente Leonardo Bonucci, il quale resta in forte dubbio per il big match a causa dell’infiammazione del tendine dell’adduttore lungo che lo ha già costretto al forfait nei primi due impegni del nuovo anno. In ogni caso, nonostante la stagione sia ancora lunga e tutto possa ancora accadere a prescindere dall’esito finale della sfida, Napoli contro Juventus ha il fascino dello scontro diretto, dal quale si potranno estrapolare molte risposte in merito alla lotta Scudetto, ma non solo: sarà un’occasione per porre a confronto le due retroguardie attualmente più preparate dell’intero campionato. Si dice spesso che la difesa sia il miglior attacco, la base da cui partire per mantenere solide le fondamenta mentre ci si avventura verso le terre nemiche: il big match in arrivo potrebbe offrire un segnale di quale reparto tra i due posti l’uno di fronte all’altro riesca a rendersi vincitore sui rivali, in termini di numeri e di prestazione.