Se per la Lazio è il punto di forza, per la Juventus – da due anni a questa parte – è un rebus. Il centro nevralgico del gioco, la linea mediana collante tra difesa e attacco è stata la fortuna dei biancocelesti che con Milinkovic Savic e Luis Alberto sono riusciti in quel processo di crescita che li ha portati fino alla Champions League. Alla Continassa il reparto è in fase di ristrutturazione. “Lavori in corso” verrebbe da dire, avviati dall’importante operazione che ha portato a Torino Manuel Locatelli. Il centrocampista azzurro non può bastare da sé, per questo la dirigenza bianconera a gennaio proverà ad acquistare almeno un altro innesto e far partire quei profili non in linea con il progetto che vuole sviluppare Allegri.
Mago e Sergente

Con Inzaghi alla guida, Luis Alberto e Savic sono stati il fulcro del gioco biancoceleste mettendo anche nelle migliori condizioni Immobile per bucare le reti avversarie. Lo spagnolo che agiva da “10” e il serbo che in mezzo al campo ha fatto sempre sentire la superiorità fisica e una tecnica che per un longilineo non è scontata. Con l’arrivo si Sarri inizialmente si era parlato di un problema di affinità di gioco con il Mago spagnolo ma tutto è rientrato. Qualità al potere, sempre, soprattutto con quei due in campo. Una produzione offensiva d’élite che non combacia sempre con una fase di copertura sufficiente ad una squadra che, tolto Acerbi, in difesa si ritrova con valori mediocri e con poche alternative. “In questo momento entrambi non possiamo permetterceli”, si espresse così Sarri un mese fa. Una dichiarazione che ha fatto scattare nella mente dei due giocatori quel tanto per rimboccarsi le maniche e cambiare rotta velocemente. Adesso, il banco di prova con la Juventus, un avversario che li ha visti spesso protagonisti. Come due anni fa, proprio all’Olimpico, quando sull’1-1 Il Mago pennella per il Sergente che la mette dentro. Un successo ribadito due settimane dopo con Luis Alberto che apre le marcature nel 3-1 che consegna la Supercoppa a Riad.
West & Loca

Allegri, invece, prosegue nella ricerca ai suoi equilibri. La squadra non ha ancora raggiunto il livello da potersi permettere un centrocampo a due e anche sabato ad affiancare Locatelli e McKennie ci sarà Adrien Rabiot nel ruolo da esterno nel 4-4-2 storto disegnato dal tecnico toscano. Nell’incertezza gli unici due punti fermi restano l’azzurro e il texano. A dire il vero l’ex Sassuolo in discussione non è mai stato, anzi è l’unico bianconero ad aver giocato tutte le 16 partite fin qui in stagione. McKennie invece è il giocatore più in forma nella rosa a disposizione di Allegri. Due gol nelle ultime tre partite di campionato e titolare in cinque delle ultime sei. La pausa nazionali sembra averlo caricato ancora di più: gol nella sfida contro il Messico e out contro la Giamaica perché diffidato. Una diffida che ha anticipato il suo rientro a Torino. Rispetto ad inizio stagione Weston è più concentrato ed ha aumentato i giri nel motore. Allegri vuole gol dal centrocampo perché se non arrivano dall’attacco qualcuno deve pur segnare per vincere. Il tempo giusto per scattare e inserirsi McKennie sembra averlo nel dna e con un Locatelli più vicino alla difesa ci si può concedere qualche libertà in più. Il match dell’Olimpico dirà come stanno davvero le cose.