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In una finestra di calciomercato per la Serie A, vista la mancanza di soldi, l’unica opzione è quella di optate per dei prestiti oppure aspettare l’occasione giusta. Anche la Juventus, che presenta un vuoto nel ruolo di vice Cuadrado, non ha intenzione di affondare il colpo, nonostante i diversi nomi accostati nelle ultime settimane. La situazione è stata resa ancora più complicata dopo la penalizzazione inflitta dalla Corte Federale D’appello, che ha penalizzato il club di 15 punti.

Una sentenza, ritenuta dalla Juventus iniqua, visto che gli altri club coinvolti, sono stati tutti prosciolti e i quali dovranno solo pagare un’ammenda. Dopo le motivazione che verranno rese note tra qualche giorno, la nuova società bianconera, capitanata da Gianluca Ferrero, darà battaglia nelle opportune sedi, con in primis il ricorso al Collegio del Coni. Sulla vicenda si è espresso l’avvocato penalista Cataldo Intrieri.
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Juventus, Intrieri ammette: “In Italia c’è un modo di vivere la giustizia molto spiccio, giustizialista. Sulle tema intercettazioni dico…”

La sentenza che ha penalizzato la Juventus ha scosso tutto il movimento calcistico italiano. Ovviamente anche in questo caso l’Italia è divisa in due: tra chi difende i bianconeri, tifosi gobbi e non solo, e chi attendeva con ansia di vedere il club a strisce bianconere condannato per qualche motivazione, più o meno accertata. Sul caso è intervenuto l’avvocato penalista Cataldo Intrieri ai microfoni di Tuttosport: “Io sono un avvocato penalista e sono milanista. Calcisticamente la Juventus la detesto. Però la stranezza di questa storia mi ha molto colpito. Per diversi motivi. La storia della Juventus mi è sembrata emblematica di un clima che c’è nel Paese, di un modo di vivere la giustizia molto spiccio, giustizialista. Il sospetto esso stesso diventa una prova”.

L’avvocato, inoltre, ha posto diversi dubbi sulle intercettazioni che sono state pubblicate nei diversi quotidiani sportivi, che riguardavano l’ex board della Juventus: “Io la penso come il ministro Carlo Nordio: le intercettazioni devono essere un mezzo che serve a cercare le prove dirette, non una prova di qualcosa che invece deve essere accertato. In questa vicenda della Juve, se è vero come è vero, che un processo archiviato è stato riaperto sulla base di brandelli di intercettazioni arrivate dalla Procura di Torino, beh… E peraltro, so che scandalizzerò qualcuno, ma non ritengo neanche che le intercettazioni in questione abbiano questo grande valore di autoconfessione: ci sono rimandi, mezze ammissioni. Nulla di più.”
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Juventus, Intrieri spiega le prossime mosse: “Se la sentenza dovesse essere confermata, la Juventus chiederebbe al Tar i danni”

Come confermato dallo stesso John Elkann nella giornata di ieri, la Juventus è pronta a dare battaglia in ogni sede per una sentenza che ha visto due pesi e due misure. L’avvocato Intrieri ha spiegato come potrebbe terminare la questione: “Non lo so proprio. Si figuri che io ero convinto che non sarebbe stata accolta la richiesta di revocazione… Però attenzione: se vengono lesi diritti fondamentali, anche i tesserati possono rivolgersi al giudice ordinario per chiedere i danni”.
“Io sono convinto che se dovesse essere confermata questa sentenza probabilmente la Juventus perseguirebbe questa strada e si rivolgerebbe al Tar per essere risarcita del danno. Se un domani il giudice ordinario italiano o la Corte di Giustizia europea dovessero sanzionare la Figc per un danno arrecato, beh, questo segnerebbe la perdita di credibilità della Giustizia Sportiva. Questo processo, storico per la Juventus, forse porterà a una riforma di questo ordinamento. Me lo auguro“.
Inoltre comprende il sentimento di quei tifosi della Juventus che si sentono defraudati: “Il luogo comune del fare presto e in fretta perché lo spettacolo-calcio deve continuare può andar bene se dobbiamo discutere la partita, il fallo, l’ammonizione… Ma quando cominciamo a parlare di processi penali modello Calciopoli o plusvalenze, come questo, quel tipo di giustizia brutalmente spicciola non può funzionare. Infatti la gente è sconcertata, non comprende la disparità di trattamento”.