“Diventerai una star, una celebrità, trasformar ciò che ora sogni in una realtà” così cantavano i Finley nel lontano 2006, una canzone che, se vogliamo, rappresenta un po’ tutti quelli che sperano in qualcosa di grande, in qualcosa di bello, che li realizzi. Ungaretti raccontava il mare come un campo privo di colori se non ci sono sogni, il mare, la spiaggia, il sole, tutti elementi che caratterizzano il Sud America con i suoi colori e le sue immense culture. Matias Soulè è il protagonista della nostra storia, il futuro perno della Juventus Under 23 e poi chissà. Nasce proprio in Argentina, più precisamente, a Mar del Plata, città situata nella provincia di Buenos Aires e principale centro del turismo balneare argentino, un’immagine che ritorna.

Fin da piccolo ha un obiettivo fisso in testa: fare del gioco del calcio la sua ragione di vita, il suo mare è pieno di sogni e il suo colore, paradossalmente, è bianco e nero. E perciò vale la pena di esplorare la carriera fino ad oggi del gioiellino grezzo che, nelle sapienti mani della Juventus e di Massimiliano Allegri, conta di realizzarsi professionalmente, dimostrando a tutto il mondo il suo valore. Dagli aspetti tecnici, personali, al suo rapporto con la Vecchia Signora e Lionel Messi: Soulé è già realtà, all’interno dell’intricato mondo del calcio.

Matias Soulè, caratteristiche tecniche
Mancino argentino, ala destra d’attacco, dotato di grande velocità e di un dribbling esplosivo, specie nell’uno contro uno. Se dovessimo giocare a “Indovina chi?” saremmo indecisi tra la sua casella e quella di Angel Di Maria, che in casa Juventus in questi giorni conoscono bene. Parallelismi, ad oggi, sarebbero un’eresia, certo, ma Matias Soulè ha tutte le caratteristiche per diventare un top. Spesso paragonato anche a Paulo Dybala, l’esterno bianconero sa che la salita è ancora lunga, la strada intrapresa, però è quella giusta. Fuori dal campo si racconta di un ragazzo mite e dedito al lavoro, un apparente opaco che brilla con il pallone tra i piedi: di sicuro, l’Avvocato Agnelli starebbe già pensando al soprannome adatto. Talento, professionalità e consapevolezza, le qualità del campione, o del futuro campione in questo caso.
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A livello tattico parliamo di un giocatore che, oltre alle caratteristiche sopra elencate, ha buoni tempi d’inserimento offensivi che spesso capitalizza grazie ad un importante, per quanto ancora acerbo, senso del gol e finalizzazione. Ama svariare in mezzo al campo e stare al centro dell’azione. I piedi raffinati non mancano e neanche la personalità, ha avuto la fascia al braccio, pecca solamente a livello fisico, caratteristica molto importante in un campionato come quello di Serie A. Molto dinamico, pensa velocemente e altrettanto velocemente esegue movimenti sempre preventivamente calcolati e precisi non disdegnando, però, qualche tocco fine ogni tanto. Pare danzare sul pallone, forse per quello fu accostato a Paulo Dybala, un tango argentino con la Vecchia Signora.

Gli anni in Argentina
Quando il destino suonò alla porta, Matias gli aprì, lo fece entrare e cominciò una lunga chiacchierata sul suo futuro. La carriera pre-Juventus di Soulè è a tinte bianco-blu, nelle giovanili del Velez Sarsfield. Fin dai primi tocchi al pallone pare un predestinato, su di lui si calamitano, infatti, gli occhi di molti osservatori e molte squadre con un obiettivo chiaro in mente: “questo non dobbiamo farcelo scappare”. Quella luce che Matias emana quando ha il pallone tra i piedi non sfugge di certo a suo padre, chi meglio di lui può riconoscerlo, testimonia il fatto che il ragazzo, in poco tempo, viene convocato nelle nazionali di categoria ad ogni avanzamento di età. Racconta la madre di aver vissuto il periodo di Soulé al Velez in maniera ambivalente.
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Si scontravano, infatti, da una parte l’orgoglio per il proprio ragazzo e, dall’altra, un’inevitabile paura data dal “cuore di mamma” che vede il figlio lasciare casa molto presto. La storia però deve andare avanti, immaginiamo preso dall’orgoglio e dal volere il meglio per il figlio, papà Soulè comunica al direttore della scuola superiore frequentata dal figlio la momentanea sospensione degli studi. Insieme all’agente del ragazzo, Martín Guastadisegno, sono consapevoli delle prospettive future che si stavano manifestando per l’esterno argentino: la Juventus lo aspettava a braccia aperte. Il giovanissimo Soulè rifiuta, quindi, un contratto professionistico con il Velez, grazie a quella che in Argentina definiscono “patria potestad”, cioè la patria potestà, Soulè arrivò alla Vecchia Signora a titolo gratuito.

Soulè alla Juventus, un amore nato tra un asado e l’altro
Siamo al ristorante e Soulè è a cena con il suo agente, le notizie date sono sempre più belle davanti ad un buon piatto di asado. Proprio in quell’occasione, infatti, il suo rappresentante gli racconta di star trattando il suo trasferimento con diversi club, tre per la precisione, tra cui la Juventus. Non è una decisione facile, ne va del futuro professionale del ragazzo e per questo, proprio a lui, viene messa in mano la situazione. “Prenditi il tuo tempo per scegliere con tutta calma e per valutare le diverse proposte” gli viene detto. Apparentemente la scena subito successiva che andiamo ad idealizzare vede due amici che tranquillamente si godono la propria cena.

Se avessimo, però, una macchina per leggere la mente vedremmo che, a quel tavolo, uno dei due si immagina già a tinte bianconere, non serve dire chi. Racconterà lo stesso Soulè, infatti, di non avere mai avuto dubbi, la Vecchia Signora è sempre stata un’occasione troppo ghiotta per chiunque. Dopo un periodo sfortunato adornato, in negativo, da due infortuni alla tricipite con la pandemia che intercorreva nel mentre, gli viene comunicato che farà parte della Juventus Under 23. Campionato nuovo, calcio nuovo, la prima apparizione ufficiale arriverà contro il Grosseto in Coppa Italia Serie C e, sempre nella suddetta competizione, contro il Feralpisalò arriverà la prima rete che si concluderà con una doppietta. Comincia il viaggio.
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Soulè, la passata stagione: dall’esordio in Serie A alla Seleccion
Una stagione da ricordare, quella passata per Matias Soulè, completa di prime volte dal sapore internazionale ma andiamo con ordine. A inizio novembre Scaloni, CT della nazionale argentina, lo convoca per la Seleccion, un’emozione enorme per un ragazzo come lui, un evento tanto importante quanto seguito da non pochi dubbi. Dubbi leciti se vogliamo, in quel dato momento Soulè vantava sole 13 presenze in Lega Pro con l’Under23 della Juventus, due gol in Coppa Italia Serie C e una panchina in Serie A contro il Napoli. Il primo gol in campionato arrivò poco prima di partire del ritiro con la Nazionale contro il Lecco.

Brucia le tappe il giovane esterno che racconta il simpatico aneddoto che lo lega al suo idolo Leo Messi: “Ricordo che alla prima convocazione mi sono presentato alla squadra, ho bevuto mate con Dybala ed è andato tutto bene. Quando Messi mi ha salutato ho pensato di non lavarmi le mani mai più. Abbiamo anche fatto una partita a ping pong insieme”. Emozioni che non finiscono qui, sul finire dello stesso mese esordisce in Serie A anche se per pochi secondi, evento però che segna la svolta, da quel momento; infatti, Allegri inizia a dargli spazio tra i grandi: altri 3′ nella trasferta contro il Venezia, 10 panchine tra Serie A, Coppa Italia e Champions League.
“Avevo già esordito contro la Salernitana, ma in quell’occasione non avevo toccato palla. Contro il Venezia avevo voglia di giocare, mi passano la palla, salto un avversario, vedo che Morata corre in avanti e subisce fallo. Io stavo andando a saltare in area, non pensavo di dover battere la punizione, sento però chiamare e mi dicono che avrei calciato. Avevo detto a Cuadrado di lasciarmela, che avrei battuto io. Alle fine non l’ho calciata bene, ma è stato comunque bello”. Così il suo ricordo sull’esordio in Serie A avvenuto la passata stagione, ad oggi, insieme a Miretti è stato aggregato con la prima squadra.
Filosofie a confronto, cosa riserva il futuro?

Culture differenti, dev’essere questo il motivo. Inspiegabili altrimenti le due scelte diametralmente opposte del tecnico argentino Scaloni e del mister Massimiliano Allegri: il primo punta su un ragazzo dalle indubbie qualità ma ancora acerbe, come testimonia l’ancora mancato esordio del ragazzo al momento della convocazione, il secondo è l’artefice del fatto prima descritto. Non si può vedere solamente o tutto bianco o tutto nero (similitudine azzeccata), nessuno dei due ha la verità in mano, sono semplicemente due filosofie a confronto, ognuna con i relativi pro e contro. Di fatto, però, sarà difficile per quanto non impossibile vedere Soulè in bianconero la prossima stagione. Un grande passo verso la prima squadra è stato fatto, si è anche già parlato di un possibile prestito per permettere lui di, così dire, “farsi le ossa”. Solo il tempo ci dirà cosa il futuro riserva per un ragazzo dalle indubbie qualità tecniche, attualmente però, il baby fenomeno argentino, veste la maglia della Juventus.