Rinascita: è questo, fin qui, il termine che maggiormente può essere accostato alla Vecchia Signora, la quale chiude la sua 17ª giornata di Serie A con l’ottava vittoria consecutiva, questa volta sull’Udinese, sempre per 1-0 grazie a capitan Danilo. Il passo falso del Milan in serata, poi, rimontato in maniera per certi versi clamorosa dalla Roma per 2-2 a San Siro, ha aggiunto un tassello in più alla cavalcata bianconera, coincidente con l’aggancio al secondo posto in graduatoria. Tornando indietro con la mente al mese di settembre e l’inizio di ottobre, sorge spontaneo chiedersi come la Juventus sia riuscita adesso a risalire la china e ritrovare pienamente la quadra. L’avvio di stagione, infatti, si era rivelato del tutto deludente, con prestazioni al ribasso, motivazioni spente e sconfitte a tratti davvero umilianti a cui si è stati costretti ad assistere. La squadra di Allegri perde parecchi punti per strada, il destino sembra ritorcersi contro quando, nella gara casalinga contro la Salernitana, l’urlo di gioia di Milik e dell’Allianz Stadium viene strozzato in gola da un incredibile errore del VAR che avrebbe potuto rendere la classifica odierna decisamente differente.

Nel frattempo, il Napoli scappa via: vittorie su vittorie per gli azzurri, che inanellano successi strepitosi all’insegna dell’alchimia e dello spettacolo, annichilendo qualsiasi avversario non solo in campionato, ma anche in Champions League. Proprio all’interno della competizione europea in corso, il confronto con la Juventus è impietoso: la squadra di Allegri paga le incertezze mostrate nella fase d’avvio soprattutto al cospetto della sua più grande ossessione, rendendosi suo malgrado protagonista del peggior cammino della sua storia all’interno del torneo, salutando i desideri di trionfo già alla fase a gironi con cinque sconfitte su sei gare disputate. L’eliminazione è resa meno amara dal conseguente passaggio in Europa League, ma resta il fatto che con una rosa di tale calibro si sarebbe potuto ambire a molto di più. In ogni caso, la Vecchia Signora continua a traballare, toccando il fondo a Monza, nella surreale sconfitta per 1-0, non solo per via del risultato, ma anche e soprattutto per l’apporto di fatto inesistente dei giocatori in campo. Il sussulto d’orgoglio si concretizza nella gara successiva, quella casalinga contro il Bologna, ma è solo una fuggevole illusione che precede la debacle di San Siro contro il Milan, in cui emergono tutte le fragilità che fanno sgretolare i colori bianconeri.
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Juventus, la rinascita: da Torino ad oggi, una squadra nuova

Dopo la batosta di San Siro, però, qualcosa cambia radicalmente nella mente dei giocatori bianconeri. Dopo appena nove giornate dall’inizio della nuova stagione, la Vecchia Signora rischia di trovarsi totalmente fuori dai giochi in ogni competizione a cui sta partecipando: di fronte a questo pensiero da brividi, la Juventus si ritrova improvvisamente, divenendo a tutti gli effetti una squadra nuova, quando quasi nessuno ci avrebbe più creduto. Quasi, appunto. Il Napoli che scappa da capolista, i bianconeri che frenano, distanti anni luce in classifica: riaffiora qualche ricordo? Il parallelismo con l’annata 2015/2016 è evidente, campionato in cui appunto i partenopei, trascinati dal recordman Gonzalo Higuain, dominavano a larghi tratti la graduatoria, di contro ad una squadra che in maniera del tutto inaspettata incespicava continuamente. Poi, però, arrivò il momento del derby della Mole, in cui la zampata in extremis di Juan Cuadrado diede il via ad una rimonta epica, conclusasi con la conquista del 32° Scudetto della propria storia. Oggi, allo stesso modo, il guizzo vincente di Dusan Vlahovic nella stracittadina con il Torino, seguita alla sconfitta contro il Diavolo, ha riacceso clamorosamente nel cuore dei giocatori un entusiasmo che fin lì non si era mai visto.

Gli infortuni non danno tregua alla squadra di Allegri: proprio DV9, autore della prima rete coincidente con la rinascita, non sarà più protagonista in campo, attendendo tutt’ora oggi il suo rientro a causa di una fastidiosa pubalgia che continua a tormentarlo. I grandi acquisti estivi, Pogba e Di Maria, non riescono ad incidere come avrebbero dovuto (per il primo si attende ancora l’esordio in gare ufficiali), senatori come Bonucci e Cuadrado non si dimostrano più garanzie assolute sul piano tattico e fisico. Eppure, la Juventus riparte dalle proprie certezze, dalla consapevolezza che compattandosi in un’unica entità possa uscire dai bassifondi e risalire con decisione. Il tecnico livornese sostiene i propri ragazzi insieme allo staff, riesce a mantenere l’ambiente unito, nonostante un Mondiale di mezzo e il caos societario che sconvolge i piani alti del club. Pensare solo al campo, partita dopo partita, è l’unico modo per cambiare drasticamente la situazione. E così, alla fine, avviene: dalla vittoria col Torino ad oggi, la Vecchia Signora non ha conosciuto altro che i tre punti, superando qualunque ostacolo, senza tra l’altro subire neanche una rete.
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Gara dopo gara, inizia a prendere forma l’idea che i bianconeri possano rientrare nella corsa allo Scudetto. Utopia per alcuni, scettici sulle reali possibilità che una squadra protagonista di un avvio così a rilento possa laurearsi campione, concreta speranza per altri, i quali non hanno mai perso di vista la qualità di cui potrebbe godere in rosa Allegri. Se le potenzialità sono veritiere, allora prima o poi usciranno allo scoperto. È ciò che avviene alla Juventus, che anche di fronte ad una formazione a mezzo servizio, in attesa ancora dei rientri dei vari Pogba e Vlahovic, con un Chiesa ancora in fase di rodaggio dopo il lungo infortunio, riesce a mettere in cascina i tre punti in ogni occasione, senza per di più subire reti. Il Napoli, tuttavia, sembra lontanissimo: sette punti di distanza sono tanti, la capolista sembra imprendibile. Il Milan, vincitore uscente, vorrebbe confermarsi al primato ma rischia di pagare qualche disattenzione di troppo; idem per l’Inter, formazione ricca di talento ma spesso poco concreta. Di conseguenza, di fronte ad un ruolino di marcia di tale calibro, è proprio la Vecchia Signora a rivelarsi la compagine più preparata in grado di fermare i partenopei.
Juventus, countdown Napoli: al Maradona ci si gioca tutto

Dopo aver intrapreso un percorso a dir poco sorprendente, fermarsi a questo punto sarebbe davvero un peccato: il momento è cruciale, il secondo posto è divenuto realtà e la vetta sembra ancora alla portata. Il Napoli, capolista a tratti apparsa implacabile, dista ben sette lunghezze e il più delle volte si è rivelato un rullo compressore capace di surclassare chiunque. Adesso, però, è l’ora che le due compagini si pongano a confronto: il tanto atteso faccia a faccia, come nella memorabile stagione 2015/2016, sarà realtà tra pochi giorni, venerdì 13 gennaio, data in cui il Maradona accenderà i propri riflettori illuminando lo scontro diretto per eccellenza. È chiaro ed evidente, in ogni caso, che il campionato sia ancora lungo, tuttavia è altrettanto palese come l’ago della bilancia propenda a vantaggio dei partenopei: la Juventus si gioca tutto in ottica Scudetto, una vittoria accorcerebbe le distanze ad appena quattro punti, mentre un’eventuale sconfitta riporterebbe il gap a dieci lunghezze, che a quel punto potrebbero seriamente rivelarsi insormontabili, chiudendo i giochi del torneo.

Dovrà essere essenziale approcciarsi alla sfida nel migliore dei modi: i piani tattici di Allegri, in questo senso, potrebbero accorrere in soccorso e mettere in seria difficoltà gli avversari. I suoi metodi attendisti e difensivi paradossalmente rischiano di frenare le scorribande del Napoli, che tenterà in ogni modo di arginare la difesa bianconera, ma dovrà fare i conti con degli interpreti a dir poco in forma, capaci di non subire più alcuna rete dall’ormai lontano 2-0 del Milan targato Brahim Diaz. Servirà poi, ovviamente, l’apporto di tutti per portare a casa i tre punti: un pareggio, infatti, manterrebbe i giochi invariati ma potrebbe rivelarsi un’occasione persa di fronte alla possibilità di accorciare le distanze. Il campo, come sempre, saprà fornire tutte le risposte che ogni appassionato sta aspettando con ansia, tuttavia ciò che è certo è che il mondo bianconero sta ammirando attualmente una Juventus da applausi: magari non ordinata, non bella da vedere e neppure sfavillante, ma concreta e capace di alimentare un sogno che fino a qualche mese fa appariva come una semplice utopia. Pian piano tutti si stanno trovando quasi costretti ad ammettere che l’immensa qualità di cui gode la Vecchia Signora tra le proprie fila abbia iniziato in maniera netta a fare la differenza: adesso, serve la conferma definitiva. Dal Maradona passerà una stagione intera.