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La penalizzazione di 15 punti inflitta alla Vecchia Signora ha indubbiamente scosso l’intero ambiente bianconero, dai tifosi alla società. La volontà del club è ribaltare questa situazione, la quale ha escluso – per il momento – la squadra dalla lotta alla qualificazione in Champions League. Il comunicato della Juventus ha messo in chiaro le intenzioni di fare in modo di dimostrare la propria innocenza e anche l’avvocato Flavia Tortorella, ai microfoni di Tuttojuve.com, ha espresso la speranza che il ricorso vada in porto per la credibilità della giustizia sportiva: “Sulla sentenza ho già avuto modo di esprimermi, sottolineando come ritenessi il ricorso per revocazione parziale inammissibile. Lo ritengo tale tuttora, vedremo cosa stabilità il Collegio di Garanzia dello Sport”.
Juventus, le parole dell’Avv. Tortorella

L’esperta in Giustizia Sportiva ha poi proseguito commentando nello specifico i punti di penalizzazione inflitti alla Juventus e sulle ragioni dietro su tale decisione: “Dal punto di vista giuridico, ritengo che l’aggravamento della pena (da 9 a 15 ndr) sia dipeso dall’applicazione del principio di proporzionalità della sanzione rispetto al fatto accertato. La Corte ha probabilmente ritenuto più proporzionale ai fatti accertati una sanzione maggiore rispetto a quella richiesta dal Procuratore Federale. Non è la prima volta che assisto a un caso simile. Non credo però che Chinè abbia influenzato in qualche modo, egli ha solo svolto il suo incarico. La scelta di occuparsi maggiormente di aspetti riferibili a Madama ritengo sia stata dettata dalla obiettiva presenza di più elementi sulla sua posizione. Gli atti usati sono trasmigrati da un processo penale che ha coinvolto solo il club bianconero. Penso che il principio del ‘bis in idem’ (non si può essere accusati due volte per la stessa cosa, ndr) sia un dogma imprescindibile per ogni sistema di giustizia e sono curiosa di conoscere le motivazioni per questa eccezione. Mi auguro che il prossimo ricorso possa cambiare le carte in tavola, sia per il club che per la credibilità dell’intero assetto di giustizia sportiva”.