Si sa e si è sempre saputo. La più grande dote di Massimiliano Allegri è la gestione del gruppo e l’intuizione nel capire i vari momenti della squadra. Con Chiesa, Bernardeschi e De Ligt è bastato utilizzare l’antica tecnica del bastone e della carota per farli rendere al meglio. Ma in che modo, il tecnico toscano proverà a riportare la Juventus in cima e a giocarsi lo scudetto?
Il fattore tattico: difesa a 4 unica certezza

Le opzioni nelle mani di Max sono varie e intriganti ma, per ogni cosa, ci deve comunque essere un punto fisso, una certezza: la difesa a 4 è il punto da cui partono le idee di Max. Per il momento, Danilo e Alex Sandro stanno performando al meglio e Bonucci, Chiellini e De Ligt danno solidità lì in mezzo. Dal centrocampo in sù, invece, il trasformismo è necessario per ovviare ad alcune criticità del pacchetto dei centrocampisti.
Rabiot si sta adattando come esterno bloccante mentre Locatelli si è integrato subito. Per il resto è tutto un grande forse. McKennie è evidentemente fuori forma sia fisica che mentale, Ramsey è stato poco utilizzato e non ha convinto mentre per Bentancur servirebbe un esercizio ontologico per capire in maniera definitiva cosa è e cosa deve fare in campo. In attesa che Arhtur recuperi del tutto, l’attacco dovrà ancora fare dei sacrifici per permettere al centrocampo un gioco più facile.
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Il pacchetto offensivo si nutre della personalità e dei polmoni di Chiesa, del talento di Paulo Dybala vicino al rientro e del grande sacrificio di Morata. I ragazzini, Kulusevski, Kean e Kajo Jorge sono pronti a dare il loro contributo e continuano a lavorare a testa bassa ma, fino ad ora, non si sono fatti vedere granché.
Nella testa dei giocatori

Avere per le mani un gruppo giovane può rivelarsi un’arma a doppio taglio: da una parte la possibilità di convincerli del progetto fin da subito e sfruttare l’entusiasmo (il Milan di Pioli ne è un esempio) oppure faticare nel trovare gli equilibri giusti. L’addio di Cristiano Ronaldo ha lasciato un vuoto di leadership tecnica e morale difficile da sostituire soprattutto dopo aver oscurato tutto il resto della squadra per tre stagioni.
Allegri però è riuscito a dare linfa vitale a giocatori spenti a lungo. Bernardeschi, Alex Sandro e Rabiot sono gli esempi più lampanti. Ad alti livelli la differenza tra una buona squadra e una squadra perfetta passa soprattutto dall’aspetto mentale che deve essere sintonizzato alla stessa frequenza anche con chi il campo lo vede di meno.
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Le prossime sfide di Max
I baby fenomeni, i nati del 200 della rosa bianconera restano gli unici da integrare al meglio nel progetto. Anche McKennie rientra in questa cerchia ristretta. Perché, alla lunga, serviranno i goal di Kean, le galoppate di Kulusevski e gli inserimenti di Rabiot per rendere la rimonta un’idea concreta.