La decisione di DAZN di interrompere l’opzione del doppio abbonamento è giunta sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico (Mise). Il titolare del ministero, Giancarlo Giorgetti (Lega) assieme alla sottosegretaria Anna Ascani (PD), hanno convocato i vertici del servizio streaming per dare alcuni chiarimenti agli abbonati. L’appuntamento è stato messo in agenda per martedì 16 novembre nel primo pomeriggio.
DAZN disponibile al dialogo

“Siamo disponibili al confronto con le istituzioni. A questo riguardo abbiamo prontamente accolto l’invito da parte del ministro e della sottosegretaria dello Sviluppo Economico, a un confronto per la prossima settimana”. Queste le parole nel comunicato che DAZN ha rilasciato. La piattaforma da inizio stagione ha avuto una svariata serie di problemi. Ha dovuto dare spiegazioni all’Agcom per la penosa qualità del servizio offerto durante le prima giornate di campionato e ha dovuto rispondere anche alla querela sulle modalità di rilevazione degli ascolti. Oltre al colloquio indetto dal Mise, anche le interrogazioni parlamentari con protagonista sempre DAZN sono costituiti da una formazione trasversale che unisce Lega e PD. I parlamentari accusano la piattaforma di “non aver rispettato le condizioni generali del contratto stipulato con la Serie A e di arrecare notevole pregiudizio nella fruizione del servizio che sta generando fra gli appassionati preoccupazioni e numerose critiche”.
Le proteste di Codacons e Altroconsumo

Sulla stessa lunghezza d’onda ci sono anche le associazioni a tutela dei consumatori. Il Codacons pensa ad una “campagna collettiva di disdetta degli abbonamenti per inadempimento da parte di DAZN”. Altroconsumo, invece, ha lanciato una petizione per chiedere “la riduzione del prezzo dell’abbonamento a seguito della decisione di ridurre i dispositivi collegati ad uno stesso account”. Da parte di Lega Serie A e DAZN c’è l’intenzione a contrastare quel 20% di utenti che sfrutta la condivisione dell’abbonamento in modo fraudolento guadagnandoci tramite la pirateria commerciale. Adesso, però, dovranno far fronte alle proteste del restante 80% di utenti.